Un percorso che mediante musiche, costumi e immagini archetipiche indaga nelle profondità della natura femminile, proponendo la danza del ventre come strumento di scoperta, cambiamento ed autodeterminazione delle donne. Una danza in cui non contano le identità di genere o l’età, ma in cui si celebra ogni tipo di corpo e la diversità e ricchezza che lo caratterizza, invitando chi danza ad abitarlo poeticamente, ad esprimere gioia e vitalità per mezzo di esso, oltre i cambiamenti che la vita e il tempo comportano. Come “terapia” la danza costituisce un modo per affrontare e superare un trauma, legato ad abusi e violenze di genere, o a patologie specifiche, quali disturbi oncologici o alimentari, che possono compromettere la percezione e accettazione di sé da parte della donna.

Come “linguaggio” non verbale la danza orientale, nata in paesi dove la libertà delle donne è spesso negata, si propone poi come forma di espressione di sé e della propria indipendenza, occasione di empowerment e sviluppo personale, nonché strumento di inclusione sociale. Mediante una serie di coreografie che esprimono diversi stili ed espressioni della bellydance, dalla danza egiziana classica al folklore, fino alle fusioni contemporanee, verrà messa in scena la varietà e ricchezza di una danza che, con tutte le sue anime, è in grado di rispecchiare la complessità del mondo femminile, offrendo a ogni donna la possibilità di riconoscersi e di individuare il suo stile, affermando in piena libertà il proprio modo di essere.